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dc.contributor.authorTozza, Marcello 
dc.date.accessioned2017-09-20T07:31:49Z
dc.date.available2017-09-20T07:31:49Z
dc.date.created2017
dc.date.issued2017-09-20
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10630/14490
dc.descriptionIntervención en un Congreso Internacional sobre Historia de la Religión Antigua celebrado en Velletri (Italia) en julio 2017es_ES
dc.description.abstractPrima della decifrazione della scrittura micenea, le uniche fonti di ricerca sul comportamento religioso risalente all'età del bronzo egea erano di natura archeologico-iconografica. Dopo la decifrazione, i testi hanno restituito i nomi delle divinità, confermando l’ipotesi di un’origine micenea della religione greca; tuttavia, nessuna delle divinità greche, pur riconoscibili nei nomi in Lineare B, risulta chiaramente individuabile nelle caratteristiche o negli atteggiamenti propri delle raffigurazioni micenee, rendendo erroneo un collegamento automatico tra immagini e testi1. Di qui la necessità di trattare i due tipi di fonti in maniera distinta, cercando, in un secondo momento, eventuali collegamenti tra loro. Riguardo alle fonti non testuali, occorre innanzitutto stabilire dei criteri per ricondurre evidenze archeologiche o iconografiche ad una sfera cultuale: pertanto, diviene necessario individuare almeno un elemento che, ovunque si trovi, conferisca valore religioso a tutto ciò cui è associato; logicamente, risulta difficile non considerare arbitraria l'individuazione di tale elemento, data la difficoltà di considerare l'esistenza di tracce “inequivocabili” di un comportamento religioso. Tuttavia, elementi chiave si possono individuare in contesti che mostrano azioni significative non dettate da scopi pratici: seppellire i morti è un’usanza dettata certamente da un fine pratico, poiché dovuta a motivi igienici; ma quando l’uomo del paleolitico inizia a seppellire il morto lasciando al suo lato oggetti particolari, la dimensione utilitaria scompare e lascia il posto a quella religiosa. Attraverso l’applicazione dello stesso principio, si è giunti in passato ad interpretare determinati reperti provenienti dal mondo egeo come simboli cultuali. L'intervento presenta una serie di esempi, riguardanti diversi contesti archeologici egei, con il fine di mostrare i casi in cui sia possibile collegare alla sfera cultuale particolari dati.es_ES
dc.description.sponsorshipUniversidad de Málaga Campus de Excelencia Internacional Andalucia Teches_ES
dc.language.isoitaes_ES
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccesses_ES
dc.subjectReligión griegaes_ES
dc.subject.otherReligione anticaes_ES
dc.subject.otherIconografía micénicaes_ES
dc.titleComportamento religioso nell'età del bronzo Egea: Il problema del "riconoscimento" di un contesto cultualees_ES
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/conferenceObjectes_ES
dc.centroFacultad de Filosofía y Letrases_ES
dc.relation.eventtitleStoria delle Religioni e Archeologia II. I luoghi di cultoes_ES
dc.relation.eventplaceVelletries_ES
dc.relation.eventdate11 julio 2017es_ES
dc.cclicenseby-nc-ndes_ES


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